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Writer's pictureKoinè Journal

Wednesday: c'è più filosofia di quanto sembri


di Andrea Di Carlo.


“Wednesday” è una delle serie di Netflix che sta ottenendo un grandissimo successo a livello di pubblico. Si tratta di una serie basata su Wednesday Addams, la figlia dell’omonima famiglia protagonista di una serie di film di successo negli Stati Uniti negli anni ’90. Wednesday è interpretata dalla bravissima Jenna Ortega è un’allieva di Nevermore, un’accademia che accoglie ragazze e ragazzi con qualità soprannaturali, ci sono infatti licantropi o sirene. Essa non si limita a descrivere la vita di un’adolescente intraprendente e riottosa, ma offre interessanti spunti filosofico-sociali per discutere dei problemi attuali dell’adolescenza, ma anche per descrivere come passato e presente possano sovrapporsi. Chi guarda la serie senza preconcetti, non potrà non cogliere questioni importanti come l’Altro, l’integrazione e la lotta al razzismo. Per quanto possa essere azzardato, la serie è una fenomenologia dell’oggi e del domani: essa mostra la complessità dell’oggi e come possiamo affrontare queste sfide in futuro.


L’Altro: Levinas e Wednesday

Una delle tematiche più importanti della serie è il rapporto con l’Altro. Wednesday è l’opposto della giovane donna con cui si può dialogare: è ribelle, aggressiva e prepotente. Il suo carattere altezzoso emerge soprattutto nel suo rapporto con la compagna di stanza Enid, una licantropa. Altrettanto brusco è il rapporto che Wednesday ha col barista Tyler, della quale è innamorato. È possibile spiegare questo atteggiamento nei confronti dell’Altro (sia esso una conoscente o un innamorato nascosto) grazie a Levinas e alla sua filosofia della comprensione e dell’accoglienza. Il filosofo francese, sopravvissuto all’Olocausto, descrive la funzione dell’Altro nel suo saggio Totalità e infinito: saggio sull’esteriorità (1961). A giudizio del filosofo, l’Altro è ciò che chiama il soggetto a mettere in dubbio la propria libertà, se non la vita stessa (Levinas 2016: 303). Il soggetto deve aprirsi a qualsiasi rapporto si trovi con l’Altro. Non bisogna escludere niente e nessuno perché è nostro dovere conoscere e rispettare chiunque (Zimmermann 2017: 267-270). Levinas e la sua nozione di alterità spiegano il rapporto tormentato che la protagonista sviluppa nei confronti di Enid: da una parte c’è la mancanza di interesse, se non disprezzo. Dall’altra, tuttavia, emerge la consapevolezza in Wednesday che Enid è un essere umano e una persona della quale ci si può fidare. Alla fine, le due ragazze diventano migliori amiche. La relazione con Tyler è altrettanto complessa: visto all’inizio come semplicemente il barista che le prepara il solito caffè, Wednesday capisce che c’è molto di più nel giovane che la ama segretamente. Sono sicuro che Levinas avrebbe apprezzato una serie in cui l’Altro diventa una figura essenziale per capire il complicato mondo dell’adolescenza, i rapporti sentimentali e, in generale, la propria comprensione dell’umanità.


Il trauma che non passa: Caruth, Freud e Levinas

Oltre alla tematica dell’alterità, una porzione significativa della serie è dedicata all’idea di trauma. Il trauma non è legato a un fatto passato, ma è intergenerazionale, in quanto riguarda passato e presente allo stesso tempo. Il trauma in questione riguarda direttamente Wednesday: una sua antenata, Goody Addams, si era battuta contro l’estremista religioso Joseph Crackstone. La dialettica tra l’incubo del passato e il trauma del presente riporta alla psicoanalisi e al suo fondatore, Freud. Freud, come è noto, ha dedicato quasi tutta la sua opera a descrivere gli effetti nefasti di eventi passati sulla vita presente. In modo particolare il suo saggio sul “perturbante” spiega bene cosa significhi restare traumatizzati. Argomenta il filosofo austriaco che il “perturbante” è tutto ciò che è noto ma rimosso allo stesso tempo. Tutto ciò che è stato rimosso può riapparire in modo inaspettato nel presente e mandare all’aria la nostra esistenza (cf. Freud 1991). Un’importante ricerca sul perturbante è stata svolta da Caruth (1996). A giudizio di Caruth il perturbante si esprime come l’a posteriori freudiano, cioè il differimento del trauma (Balsamo 2009). Il dolore e la sofferenza di Goody, che Wednesday rivive nel presente nell’impossibilità di avere una vita normale, riporta all’argomento levinasiano esposto nel paragrafo precedente: Wednesday non può fare a meno di questa sofferenza perché, paradossalmente, sarà la sua liberazione. Deve accettarla perché potrà in questo modo cambiare la sua esistenza. Questo ci porta all’evoluzione dei personaggi di Wednesday ed Enid, in quanto affrontano insieme i loro problemi.


L’evoluzione: Deleuze, il rizoma e il lupo mannaro

La nozione chiave della filosofia deleuziana è quella che il soggetto non è un’entità fissa, ma qualcosa in divenire. È, utilizzando la terminologia del filosofo francese, un rizoma. Il rizoma, in quanto parte di una radice, ha possibilità di svilupparsi in più di un modo (Deleuze e Guattari 1980). Sintetizzano Deleuze e Guattari che un simbolo di questa mobilità è il lupo mannaro. Il lupo mannaro è membro di un gruppo ma, allo stesso tempo, è sempre un lupo singolo (Deleuze e Guattari 2007: 264). Enid è molto simile alla definizione di lupo mannaro data dai due filosofi. Mentre ella è parte di una molteplicità (la scuola) è, allo stesso tempo, sola; Enid non è ancora riuscita a sviluppare le sue caratteristiche di licantropa e si trova inevitabilmente sola in un mondo popolato da figure soprannaturali già sviluppate, come Wednesday. Alla fine della serie, la ragazza riesce infine a diventare un lupo mannaro, afferma la sua personalità e riesce a vivere la vita che vuole. In un certo senso anche Wednesday è il licantropo deleuziano. Ella, da persona irascibile e burbera, riscopre l’Altro e anche la sua personalità grazie all’insicura Enid. La serie è dunque una sorta di romanzo di formazione: entrambe acquistano la consapevolezza di chi sono e di cosa possono fare solo nel momento in cui affrontano esperienze più o meno piacevoli, ma sempre importanti. Enid e Wednesday sono due rizomi che svilupperanno la loro vita nel modo in cui credono opportuno.


Gli Stati Uniti e l’immancabile supremazia bianca

Un altro degli elementi che caratterizzano la serie è la critica alla supremazia bianca. Essa è ben rappresentata dalla figura di Crackstone. Il fanatico religioso, a cui è dedicato un museo all’area aperta, è il perturbante. Si tratta della figura di cui tutti vorrebbero dimenticarsi ma non possono. Egli è una fonte di guadagno per Jericho, il paese in cui si trova l’accademia, ed è chiaramente l’opposto dell’Altro come teorizzato da Levinas. Si tratta di una figura che non ha alcun interesse verso l’alterità e che anzi dichiara di voler eliminare tutti coloro che non riconoscono il dogma cristiano di cui si fa portatore. Crackstone, con toni apocalittici, vuole preparare la sua utopia suprematista. Gorski (2017: 35) sintetizza che Crackstone rappresenta il nazionalismo religioso responsabile delle molte “esportazioni della democrazia” (le sanguinose dittature o il caos geopolitico causato dagli Stati Uniti nel ventesimo secolo) in nome del fumoso “mondo libero” (capitalismo).


Cosa ci aspetta domani?

La serie fotografa la complessità del nostro mondo. Da una parte si parla delle aspettative e della vita degli adolescenti. L’incertezza, l’angoscia e la paura del domani sono ben rappresentate da Enid e Wednesday. Dall’altra, ci sono questioni socioeconomiche di prima importanza come l’endemica presenza del razzismo nella società statunitense, che diventa intergenerazionale. Tuttavia, “Wednesday” si conclude con una nota di speranza: se abbiamo i giusti mezzi, siamo tutti come i rizomi di Deleuze, pronti a svilupparsi in ogni modo possibile. Come ho affermato nelle considerazioni introduttive, questa serie è una fenomenologia dell’oggi e del futuro. Come sostiene Morin, il padre del pensiero complesso, bisogna “imparare a vivere” (cf. Morin 2015). “Wednesday” ci mostra, forse, come fare.








Bibliografia

Balsamo, Maurizio (2009), « Comment traduit-on Nachträglichkeit en italien ? » Revue française de psychanalyse (5) 73 : 1453-1456.

Caruth, C. (1996) Unclaimed Experience: Trauma, Narrative and History. Baltimore: John Hopkins University Press.

Deleuze, G. , Guattari, F. (1980) Millepiani. Roma: Castelvecchi.

Deleuze, G., Guattari, F. (2007) A Thousand Plateaux: Capitalism and Schizofrenia. London: Continuum.

Freud, S. (1991) Saggi sull’arte, la letteratura e il linguaggio. Torino: Bollati Boringhieri.

Gorski, P. (2017) American Covenant. A History of Civil Religion from the Puritans to the Present. Princeton: Princeton University Press.

Levinas, E. (2016) Totalità e infinito: saggio sull’esteriorità. Milano: Jaca Book

Morin, E. (2015) Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l’educazione. Milano: Cortina Raffaello.

Zimmermann, N. Emmanuel Levinas (1906-1995) a cura di Goodchild, P. & Phelps, H. (2017) Religion and European Philosophy. Key Thinkers from Kant to Zizek. London: Routledge.






Image Copyright: Planet Radio


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