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Paperoni spaziali: ormai anche il cielo è in vendita

  • Writer: Koinè Journal
    Koinè Journal
  • Jun 9
  • 7 min read

di Nicolò Crosta.


Lo scorso 14 aprile 2025, la futura moglie di Jeff Bezos Lauren Sanchez ha preso parte al volo numero 31 della navicella New Shepard, sospinta da un razzo della compagnia Blue Origin (di proprietà dello stesso Bezos)[1]. Lo ha fatto assieme ad un “equipaggio” d’eccezione: con lei c’erano Katy Perry, Gayle King, Aisha Bowe, Amanda Nguyen e Kerianne Flynn. A tal proposito, Business Insider parla di «primo equipaggio totalmente femminile a raggiungere lo spazio nel ventunesimo secolo»[2].


Tuttavia, accostare quelle che potremmo chiamare “turiste spaziali” a delle vere e proprie astronaute sembra quantomai azzardato. Infatti, sia il razzo che la navicella sono completamente automatizzati: non c’è dunque bisogno di un vero e proprio equipaggio. Inoltre, ai passeggeri non vengono nemmeno fornite delle tute pressurizzate[3]. Data anche l’assenza di sistemi che consentano la gestione di emergenze all’interno del velivolo, in caso ad esempio di perdite o di urto da parte di un meteorite, più che di astronauti si potrebbe parlare di amanti del brivido dalle grandi tasche.


Ad ogni modo il turismo spaziale, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è un fenomeno così recente. Già nel 2001 Dennis Tito, investment manager statunitense, aveva passato otto giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dopo aver viaggiato su un razzo Soyuz assieme a due cosmonauti russi[4]. A dirla tutta, Tito aveva precedentemente lavorato come ingegnere al Jet Propulsion Laboratory della NASA. Per raggiungere la ISS, però, ha pagato venti milioni di dollari la compagnia privata Space Adventures anziché affrontare il duro processo di selezione di quelli (loro sì, astronauti) che alla stazione lavorano. Nel decennio successivo, altre sei persone circa hanno seguito le orme di Tito, pagando anche loro intorno ai venti milioni di dollari per viaggiare su razzi di proprietà del governo russo. Ad oggi, comunque, sono più che altro compagnie private come quella di Bezos a gestire il mercato del turismo spaziale con i propri mezzi.


In particolare, sono due i tipi di turismo spaziale che si sono affermati: quello orbitale e quello suborbitale. Entrambi pongono seri problemi su più livelli. Anzitutto quello ambientale: infatti, soprattutto se non vengono effettuati tramite dei lanciatori riutilizzabili (di cui si serve ad esempio Space X), viaggi come quello della signora Sanchez hanno un forte impatto sull’atmosfera. Inoltre, questo tipo di attività crea inevitabilmente dei detriti, di cui già pullula l’orbita bassa terrestre in cui viaggiano la maggior parte dei satelliti. Vi sono poi da considerare i problemi di diritto internazionale, dal momento che lo spazio extra-atmosferico non è oggetto di sovranità da parte di nessuno stato, ai sensi dell’Outer Space Treaty del 1967[5]. Allora, ci si può chiedere di chi è la responsabilità per gli eventuali danni causati dai detriti spaziali, oppure se vi sia un dovere per gli stati di soccorrere i turisti spaziali in pericolo. Nelle pagine seguenti, tuttavia, quella che si propone è una riflessione più semplice, sui concetti di “spazio extra-atmosferico” e di “astronauta”, più che mai ambigui.


L'11 luglio 2021, Sir Richard Branson è salito a bordo di un razzo che ha raggiunto il confine dello spazio atmosferico. La sua missione era «valutare la customer experience di un volo spaziale» sul razzo SpaceShipTwo della Virgin Galactic[6]. Il razzo in questione viene lanciato ad un’altitudine compresa tra i quarantamila e i cinquantamila piedi. Può contenere al suo interno due piloti e sei passeggeri, portandoli ad un’altitudine di ottanta kilometri da terra. Si tratta, all’incirca, della soglia che separa due livelli della parte alta dell’atmosfera (la mesosfera e la termosfera): è lì che negli anni ’60 i piloti della Us Air Force alla guida degli X-15 sono stati riconosciuti come “astronauti”.


Tuttavia, l’utilizzo della mesopausa come confine tra spazio aereo e spazio extra-atmosferico è dato più da un fattore di convenienza, dal momento che non ci sono elementi rilevanti a livello fisico per trarre una tale conclusione. Anzi, la localizzazione della mesopausa può variare in base a fattori stagionali. La US Air Force, nondimeno, ha scelto come limite quello degli ottanta kilometri (più precisamente, cinquanta miglia), dal momento che si trattava di un numero intero e, probabilmente, perché si trattava di un’altezza raggiungibile dagli X-15.


La soglia degli ottanta kilometri, comunque, non ha mai riscosso ampio consenso nel dibattito sul tema del limite dello spazio aereo. Al contrario, accettando le conclusioni della Fédération aéronautique internationale, la maggior parte degli stati utilizza la c.d. “Linea di Kármán (situata a cento kilometri d’altezza) per stabilire il punto d’inizio dello spazio extra-atmosferico[7]. Anche questa, ad ogni modo, costituisce un criterio arbitrario. Quantomeno, però, si basa su un dato oggettivo: cento kilometri, infatti, è il limite oltre il quale i velivoli non possono spingersi con la sola portanza aerodinamica. Il dibattito potrebbe continuare a lungo, al netto del fatto che la scelta di una soluzione definitiva non andrebbe comunque a risolvere alcune questioni spinose. Ad esempio, i satelliti sono indubbiamente degli “oggetti spaziali”, ma alcuni orbitano anche al di sotto della Linea di Kármán. Allo stesso modo, l’utilizzo di sistemi missilistici e di altri strumenti di sicurezza si svolge nella zona di transizione tra l'atmosfera e lo spazio.


È però con l’avvento del turismo spaziale che questo annoso e tendenzialmente irrilevante dibattito tra giuristi internazionali è diventato una questione di attualità. Poter essere definiti “astronauti”, di colpo, diventa importante. Soprattutto per chi, come il Branson di cui sopra, ha investito più o meno la metà del suo patrimonio sull’aspettativa che i potenziali clienti di Virgin Galactic si accontentino di ottanta kilometri di altezza[8]. La Blue Origin di Bezos, invece, dopo il suo primo lancio nel luglio del 2021 può vantare un servizio che Branson e la sua SpaceShipTwo non possono offrire: il raggiungimento di quello che è ampiamente accettato come spazio extra-atmosferico. La navicella di Bezos, infatti, riesce a superare i cento kilometri di altitudine.


Ci si potrebbe chiedere, però, se il raggiungimento dello spazio sia l’unico criterio per individuare un astronauta. Questo perché, ad esempio, prendere un volo di linea non fa di un semplice passeggero un pilota. Né salire a bordo di un traghetto fa di un passeggero un marinaio. Allora, bisognerebbe senz’altro operare una distinzione tra l’equipaggio incaricato di pilotare la navicella e i passeggeri. La United States Federal Aviation Administration (FAA) se ne stava già occupando, mentre Branson e Bezos si autoattribuivano titoli che non gli spettavano. Infatti, secondo la FAA, si può essere considerati “commercial astronautssolamente dopo aver raggiunto una certa altitudine (ottanta kilometri, in questo caso) e aver dimostrato, durante il lancio, il compimento di attività essenziali alla pubblica sicurezza[9].

Effettivamente, chi siede ai comandi di SpaceShipTwo, ad esempio, potrebbe meritare il titolo di astronauta. Per quanto riguarda invece i passeggeri, o chi si occupa di valutare la customer experience di un lancio spaziale, salire su una navicella è un requisito necessario ma non sufficiente a tal fine. Lo stesso Bezos, ad esempio, era tra i passeggeri del primo lancio di New Shepard nel 2021. Il fondatore di Amazon, però, dopo essere atterrato con successo ed essersi proclamato astronauta, è riuscito ad attirare critiche sia nei suoi confronti che verso il turismo spaziale in genere con una singola frase infelice. Sceso dalla navicella, infatti, Bezos ha ringraziato i clienti e i dipendenti sfruttati dal colosso dell’e-commerce, dal momento che «avevano pagato loro per tutto ciò»[10]. Quest’uscita poco delicata, unita alla forma vagamente fallica della New Shepard, ha fatto sì che il miliardario in quel periodo fosse coperto di ridicolo da parte dei media.


Bezos e la sua futura moglie, comunque, potrebbero non essere le uniche celebrità a fare questa fine. Infatti, si vocifera che Lady Gaga, Justin Bieber, Leonardo Di Caprio, Brad Pitt, Angelina Jolie e Rihanna (tra gli altri) abbiano tutti delle prenotazioni su SpaceShipTwo. I potenziali turisti spaziali, di solito, esprimono la volontà di impegnarsi nell’”esplorazione” e di vedere la nostra “fragile pietra blu” con il vuoto cosmico sullo sfondo. Quest’ultimo desiderio è spesso accompagnato dall’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sulla questione ambientale, compresa la necessità per chi non può che rimanere sul pianeta di cambiare il proprio stile di vita. C’è chi, a questo proposito, ha paragonato i turisti spaziali ai passeggeri delle navi da crociera che solcano il Mare Artico[11]. Queste, infatti, emettono gas serra mentre viaggiano verso i ghiacci, per permettere ai propri passeggeri di ammirarli prima che non ci siano più. Eppure, qualora dovesse capitare qualcosa di brutto ai passeggeri sia delle navi artiche che delle navicelle spaziali, gli stati avrebbero un dovere di soccorrerli.






Note e bibliografia

[1] A. Lo Campo, Blue Origin: Katy Perry, Lauren Sanchez e le altre sono atterrate, la Repubblica, 14 aprile 2025, https://www.repubblica.it/tecnologia/2025/04/14/news/spazio-blue-origin-katy-perry-lady-bezos-atterrate-424127441/.

[2] J. Orwig e M. McFall-Johnsen, Lauren Sánchez's first trip to space gave her major perspective. Here's what she realized while floating above the Earth, Business Insider, 14 aprile 2025, https://www.businessinsider.com/jeff-bezos-fiance-lauren-sanchez-what-going-space-was-like-2025-4.

[3] M. Byers, A. Boley, Who Owns Outer Space?: International Law, Astrophysics, and the Sustainable Development of Space, Cambridge University Press, 2023, p. 16.

[4] J. Amos, World's First Space Tourist 10 Years On: Dennis Tito, BBC News, 30 aprile 2011, https://www.bbc.com/news/science-environment-13208329.

[5] Trattato sullo spazio extra-atmosferico (Outer Space Treaty), Trattato sui principi che regolano le attività degli Stati nell'esplorazione e nell'uso dello spazio extra-atmosferico, inclusi la Luna e gli altri corpi celesti, 27 gennaio 1967, in vigore dal 10 ottobre 1967, 610 UNTS 205.

[6] P. Brinkmann, British billionaire Richard Branson plans to soar into space Sunday, UPI, 9 luglio 2021, online: www.upi.com/Science_News/2021/07/09/richard-branson-virgin-galactic-flight-space/1121625768487.

[7] M. Byers e A. Simon-Butler, Outer Space, in A. Peters, ed, Max Planck Encyclopedia of Public International Law, Oxford, Oxford University Press, 2020, online: opil.ouplaw.com/view/10.1093/law:epil/9780199231690/law-9780199231690-e1202.

[8] B. Stupples, Richard Branson richer than ever from Reddit traders and space plans, Bloomberg, 2 febbraio 2021, online: www.bloomberg.com/news/articles/2021-02-02/branson-richer-than-ever-from-reddit-traders-and-space-plans.

[9] FAA Commercial Space Astronaut Wings Program, FAA Order 8800.2, 20 luglio 2021, online: www.faa.gov/documentLibrary/media/Order/FAA_Order_8800.2.pdf.

[10] G. Spocchia, Jeff Bezos criticised by Amazon workers and customers after thanking them for funding space launch, The Independent, 28 luglio 2021, online: www.independent.co.uk/news/world/americas/amazon-workers-slam-jeff-bezos-b1887944.html.

[11] M. Byers, A. Boley, op. cit., p. 45.







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