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Writer's pictureKoinè Journal

Oltre le bufale: cos'è il Deep State


di Tommaso Di Ruzza.


Di cosa parliamo esattamente?

Come ormai pressochè tutto ciò che ci circonda, anche le istituzioni che ogni giorno sono presenti nella nostra vita e caratterizzano tutti i più disparati ambiti della nostra quotidianità, non sono assolutamente rappresentabili come dei monoliti con un funzionamento semplice e lineare. Anzi. La semplificazione di questi sistemi che spesso viene proposta alla pluralità dell’opinione pubblica, è proprio il principale segnale di una fisiologica necessità di giungere ad una semplificazione di alcune strutture, come quelle del potere e degli apparati governativi, che altrimenti non sarebbero quasi per nulla comprensibili nelle loro dinamiche. Quelle che noi siamo quindi abituati a chiamare “istituzioni” o “governo”, sono delle semplificazioni di circuiti di interazioni che nel loro complesso costituiscono lo “Stato Ordinamento”, cioè per capirci quello a cui al momento del caffè, dopo il pranzo domenicale, spesso diamo la colpa delle difficoltà della società. Ecco perciò come erroneamente si delinea l’idea dello Stato come se fosse una persona o un gruppetto di individui ben definiti, “i politici” ad esempio. Ed invece purtroppo la questione è molto meno lineare di così. Analizziamola insieme.

Cosa è un apparato governativo e cosa vuol dire “ Deep State”?

Se parliamo di apparati governativi, ci riferiamo alla totalità dei processi che vengono realizzati essenzialmente dalla cosiddetta “Pubblica amministrazione” con l’obiettivo di rendere efficace e concreta l’azione decisoria politica. Non a caso infatti, se si pensa alla relazione tra il governo centrale od anche regionale, e la pubblica amministrazione invece, si nota che i primi sono esattamente i vertici della seconda, e questo è previsto dalla legge come uno dei fondamenti del nostro ordinamento. Messa da parte questa definizione tecnica e vocabolariesca, un apparato governativo è anche identificabile come un perimetro di potere all’interno del quale di fatto, in modo più o meno tangibile, viene esercitato un potere che in un determinato momento, in relazione ad un determinato fattore, ed in un preciso contesto, può potenzialmente essere illimitato e completamente staccato da vincoli e linee guida provenienti anche dallo stesso governo centrale. L’insieme dei più diversificati apparati governativi, nel caso di una realtà complessa come quella di uno stato, o ancor di più di una superpotenza globale (USA, Cina, Russia ad esempio), costituiscono il cosiddetto “Deep State, struttura peraltro che spesso viene usata impropriamente dalla cultura complottistica. Quando si parla di “Deep State”, certamente non si può non tirare in ballo gli apparati governativi statunitensi, e il ruolo che essi (si pensi alle agenzie di intelligence) hanno avuto e continuano oggi ad avere in relazione a letteralmente tutti gli avvenimenti globali di minor e maggior importanza, guerra in Ucraina inclusa ovviamente.

Quanto conta effettivamente il Deep State americano per esempio?

Beh, rispondere a questa domanda non è facile, anche se come accade molto spesso, aiutarsi con i dati e con i numeri può essere la mossa più azzeccata. Sì perché basti soltanto pensare che il più grande datore di lavoro al mondo è proprio il Pentagono, che conta la bellezza di addirittura 3.000.000 di persone, segue l’esercito della Repubblica Popolare Cinese, poi la grossa catena Walmart, e pensate un pò, soltanto quarto Mcdonald.


Ecco come già soltanto da questo, risulti evidente fino a che punto la complessità dei circuiti del potere, a maggior ragione per una realtà come quella statunitense, siano in grado di esercitare una sfera di influenza a dir poco sconcertante. Ovviamente nel caso degli Usa parlare di deep state non vuol dire però soltanto chiamare in causa il pentagono, altrimenti ci si scorda di un qualcosa come ben 16 agenzie di intelligence, per non parlare dell’universo dei contractor e più in generale del settore privato, entrambi spaventosamente influenti e presenti nelle sorti decisionali dell’impero statunitense.

E allora il Presidente?

Non è di certo una novità per gli addetti ai lavori e per chi mastica la geopolitica ogni giorno il fatto che in relazione soprattutto a certe questioni, come ad esempio quelle di genere economico finanziario, quella del presidente degli Stati Uniti sia per alcuni aspetti una caricatura bella e buona. E’ bene ricordarsi infatti che diversamente dalle scene dei film Hollywoodiani, il presidente non preme un tasto per sganciare la bomba nucleare su Mosca, né tantomeno emana una o più misure, politiche e non, che metteranno in atto i suoi sottoposti che poi viene eseguita esattamente e letteralmente così come POTUS l’ha enunciata. Sì, perché maggiore è l’estensione proprio di questi apparati del potere, e maggiore sarà la dilatazione che una scelta governativa proveniente dai vertici avrà nel momento in cui dovrà sortire i propri effetti. E’ infatti molto comune, e d’altronde gli esempi soprattutto nel secolo scorso sono tanti, che il presidente emani un ordine oppure una determinata volontà di azione, che poi però alla base della catena di comando giunge considerevolmente o comunque parzialmente modificata. Si parla del presidente degli Stati Uniti, ma va da se che per qualsiasi realtà statale nel mondo vale lo stesso, anzi se ciò che è stato detto è vero per gli Usa, e cioè un paese il cui leader è legittimato da qualcosa come 70/80 milioni di voti e quindi possiede un potere impressionante, figuriamoci quanto la tesi di cui vi parlo possa trovare diretta applicazione nei tessuti statali europei ad esempio, che sono quasi sempre sistemi a democrazia rappresentativa e non diretta.

Ma a questo punto qual è la somiglianza tra deep state e circuiti grigi del potere e complotti vari?

La risposta è semplicemente nulla. Già, nulla. E’ chiaro infatti come la “letteratura”, - e qui mi scuso con chi studia lettere – complottistica, tenda a rintracciare in ciò che riguarda i meccanismi più reconditi del potere, come nel deep state ad esempio, un terreno fertile di mera speculazione che soltanto raramente cela qualcosa di vero. Il complottismo più becero è infatti strutturalmente inverosimilie. Perché? Per il semplice fatto per cui presupporre un inganno di scala statale o addirittura planetaria è qualcosa di impossibile ed irrealizzabile, data la eccezionale complessità dei circuiti umani e decisionali da coinvolgere e coordinare per realizzare un qualcosa del genere. Questo non vuol dire assolutamente piegarsi sempre e comunque alla narrazione ‘’ufficiale’’, spesso da mani nei capelli, che certa parte dell’ informazione tende a propinare; sicuramente infatti in un organismo come quello statale e non, ci possono essere cartelli affaristico-criminali o deviati che perseguono interessi settoriali e di parte, ma da questo al complotto mondiale noterete bene che di strada ancora bisogna farne!

Bene, ma allora, tanto per chiarirci, gli apparati di cui abbiamo parlato possono arrivare anche in italia o in Ucraina se lo desiderano?

Assolutamente si!

Cito Italia ed Ucraina in particolar modo, proprio perché se parliamo di deep state americano sarebbe sbagliato non citare quanto gli apparati del potere statunitense influiscano sulla vita politica del belpaese; quanto all’Ucraina invece, il riferimento è più che doveroso visto il conflitto che non sembra affievolirsi nonostante la marginalizzazione che buona fetta dell’informazione italiana ne sta iniziando a fare. In effetti quanto conta, secondo voi, l’impulso che il sistema del potere americano emana soprattutto da un anno a questa parte, ma anche dapprima in funzione banalmente antirussa, allo stato ed alla classe politica dominante ucraina? E ancora. Quanto conta, secondo voi l’influsso che di fatto dal termine del secondo conflitto mondiale gli USA hanno esercitato sia nel bene che nel male sulla penisola? Abbiamo sempre avuto ed abbiamo ancora oggi carta bianca sulle decisioni strategiche che contano? Io la mia risposta me la sono data pensando a cosa comunicarvi, ora a voi la mossa.



Bibliografia:

-“I più grandi datori di lavoro del mondo” - ripleybelieves.com






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