Pierfrancesco M.
Non neghiamolo: è ora di inserire l'insegnamento dell'educazione sessuale e affettiva nelle scuole italiane. L'assenza di un insegnamento scientificamente corretto sui temi legati alla propria sessualità e all'affettività non trova più alcuna giustificazione: siamo nel 2022, occorre abbandonare vecchie concezioni morali, perchè non è affatto una questione di etica, ma una questione di salute e benessere.
Nel quadro europeo, l'Italia non è di certo sola nella mancanza di una previsione legislativa riguardante tale insegnamento -infatti non è disposta dalla legge neanche in Spagna, Croazia, Ungheria, Slovacchia, Romania, Bulgaria e Lituania- ma ciò deve indurre invece a guardare ad esempi virtuosi dove l'educazione sessuale e affettiva è inserita nelle scuole per legge, come ad esempio avviene in Norvegia, Finlandia, Svezia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Grecia e Irlanda. In Italia, dove manca una legge che stabilisca l'insegnamento in questione a livello nazionale, il quadro risulta ancora più frammentato, in quanto, in forza dell'autonomia loro riconosciuta, alcune Regioni lo prevedono, e altre no, a seconda del colore politico dei governatori.
Ciò non è di poco conto se si pensa che in poche parole viene così diversamente regolato l'accesso a quello che l'OMS ha riconosciuto dal 2010, con gli Standard per l'educazione sessuale in Europa, come un diritto fondamentale: ebbene sì, ricevere un'adeguata educazione sessuale è un diritto fondamentale delle cittadine e dei cittadini. Anche l'UNESCO, nella sua International technical guidance on sexuality education, da ultimo aggiornata nel 2018, sottolinea l'importanza dell'educazione sessuale per la salute e il benessere delle persone. In particolare, in questa guida, si evidenzia l'importanza di un insegnamento olistico e positivo, imparziale e scientificamente corretto, che tratti la sessualità nel suo complesso come dimensione della persona umana, senza limitare i temi trattati a quelli che potremmo definire "soliti", come i rapporti sessuali, la gravidanza, le malattie sessualmente trasmissibili.
È abbastanza chiaro come l'educazione sessuale e affettiva giovhi un ruolo fondamentale anche per quanto riguarda l'interruzione volontaria di gravidanza, e ciò accade sotto molteplici aspetti. In primo luogo, viene in rilievo una sorta di funzione preventiva rispetto alle gravidanze indesiderate: un report del 2016 dell'OMS sottolinea, sulla base di quanto emergeva dall'esperienza finlandese (nel periodo 1975-2010, tenendo conto dell'introduzione dell'educazione sessuale dal 1990) che l'educazione sessuale comporti una diminuzione del tasso di gravidanze in età adolescenziale poichè le ragazze e i ragazzi sono maggiormente istruiti sui metodi di contraccezione, sull'importanza del loro utilizzo, sul loro corretto uso, nonchè su come comportarsi quando il partner si riufiuti di utilizzare contraccezioni.
Sotto altri aspetti, l'educazione sessuale si rende necessaria per un aborto libero e consapevole, per non lasciare impreparate le ragazze e le donne -nonchè i loro partner, che è necessario siano anch'essi informati su come comportarsi e cosa fare- che si trovino ad affrontare una gravidanza che vogliono volontariamente interrompere. Bisogna insegnare a conoscersi, a capire, a sapere come comportarsi, a sapere come agire, a chi affidarsi, e soprattutto dove trovare assistenza. E un'educazione impartita da esperti ed esperte, che sappiamo trasmettere informazioni scientificamente esatte in modo chiaro e adeguato alla platea che ascolta, è fondamentale: il rischio è quello per cui le persone possano affidarsi a fonti non attendibili come la rete, in cui l'accesso ad informazioni non verificate e spesso non adeguate, se non addirittura inesatte, possono lasciare una ancora maggiore sensazione di ansia e paura.
Occorre perciò insegnare cos'è un'interruzione volontaria di gravidanza, come funziona, dove è fruibile il servizio e come accedervi, i postumi, i rischi, i benefici, insomma, tutte quelle informazioni necessarie per una scelta libera e consapevole, rispettosa dell'autodeterminazione delle donne. A partire dalle varie tipologie di interruzione volontaria di gravidanza (come quella farmacologica e quella chirurgica), dai tempi e dalle condizioni per accedervi, per rendere le donne pienamente consapevoli dei diritti che gli spettano. In altri terimini, anche in questo caso, la conoscenza è il presupposto di una scelta consapevole. Da un punto di vista affettivo, invece, occorre insegnare come stare accanto ad una persona che si trova ad affrontare una gravidanza indesiderata o comunque una gravidanza che vuole interrompere volontariamente (e legittimamente). Non occorre trascurare infatti gli aspetti anche più sociali: non si può infatti lasciare sola una donna che neccessita invece di assistenza e supporto morale. Educare significa anche insegnare a capire, ad aiutare, ad accompagnare, a non abbandonare.
Questo è ciò che si propone di fare FREE: inserire dei percorsi di educazione sessuale e affettiva, ovviamente adeguati in base alle varie età, tramite una educazione formale, impartita da esperti, durante l'orario scolastico, per insegnare a compiere una scelta libera e soprattutto consapevole. Non è più il tempo dei tabù, ma il tempo del diritto.
FREE è libertà. Libertà di scegliere.
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