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  • Writer's pictureKoinè Journal

4. FAVORIRE e promuovere l' IVG farmacologica


di Vincenzo Tetta


L'aborto farmacologico è una procedura medica, distinta in più fasi, che si basa sull'assunzione di almeno due principi attivi diversi, il mifepristone (meglio conosciuto come RU486) e una prostaglandina, il misopristolo, a distanza di 48h l'uno dall'altro. Questa procedura presenta dei vantaggi innegabili e largamente riconosciuti dalla comunità scientifica, rispetto a quella chirurgica:


-Non richiede un intervento chirurgico, e rappresenta quindi un metodo molto meno invasivo, privo di tutte le problematiche post-intervento


-Non è necessario effettuare un'anestesia


-Può permettere l'interruzione di gravidanza anche nei casi in cui non è possibile utilizzare il metodo chirurgico


Le linee di indirizzo del Ministero della Salute emanate nell'agosto del 2020 prevedono che l'interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico possa essere effettuata fino a 63 giorni, pari a 9 settimane compiute di gestazione, presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all'ospedale ed autorizzate dalla Regione, nonchè consultori, oppure day-hospital. Di fatto, però, alcune regioni soprattutto quelle guidate dalla Destra (mi domando se sia un caso...) non solo non hanno percepito tali indicazioni, ma, come nel triste caso delle Marche, le hanno rese ancora più restrittive, eliminando la possibilità di scelta da parte della donna di non ricorrere necessariamente al ricovero e limitando le settimane di aborto farmaologico a sette.


Siamo tuttavia ancora molto indietro rispetto ad altri Paesi Europei, ad esempio la Francia, dove tale metodo di IVG viene praticato in telemedicina con l'invio della RU486 a domicilio e il monitoraggio a distanza della paziente, controllata da un team multidisciplinare. La pandemia, infatti, ha già per necessità dimostrato come i metodi "a distanza" siano stati in grado di supplire e ottimizzare il percorso di cura (le prestazioni mediche, i follow-up della degenza o della post-degenza, e la somministrazione di farmaci, ecc.). E a proposito di telemedicina, sulla scia di quanto già proposto da "Libera di Abortire", che è stata parte fondamentale del percorso FREE, sarebbe davvero utile pensare di equiparare un certificato di IVG rilasciato dopo un colloquio video tra paziente e medico con uno rilasciato in presenza. In questo modo si renderebbero più semplici e snelle le procedure, e, inoltre, nei territori dove la quota di obiettori è particolarmente elevata, si eviterebbe a chi vuole abortire la necessità di muoversi in altre regioni (il cosiddetto fenomeno della migrazione sanitaria). Ad esempio, nel libro "Mai Dati" a cura di Chiara Lalli e Simona Montegiove si evidenzia come nel 2020 in Emilia-Romagna siano arrivate 120 donne dalla Lombardia e 52 dalla Puglia per praticare l'IVG.


La promozione dell'IVG farmacologica è prevista dalla legislazione italiana. Citando l'art.15 della legge 194/78, è nell'interesse delle regioni, d'intesa con le diversità e con gli enti ospedalieri, promuovere l'uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza. È questo un punto cardine del tema aborto, troppo spesso trattato come alieno alla questione medica. E in medicina tutte le nuove buone pratiche cliniche che derivano dalla Evidence Based Medicine (Medicina basata sulle evidenze) vengono introdotte se in grado di apportare benefici al trattamento terapeutico e di conseguenza alle persone e di risultare maggiormente efficienti dal punto di vista economico e dalla migliore fruizione di un servizio. Proprio nell'ottica di agevolare la diffuzione dell'IVG farmacologica, va evidenziato anche come l'OMS, nell'ultimo rapporto "Abortion Care Guidelines", sottolinei l'importanza per cui, come accade per tutte le altre medicine, persino i farmacisti vendano il mifepristone e il misopristolo sotto prescrizione medica.


La proposta di FREE inoltre ritiene necessario prevedere nei LEA una distinzione tra aborto chirurgico e aborto medico. Questa specificazione non è giustificata solo dalle evidenti differenze nelle tipologie di assistenze che tali procedure richiedono, ma anche da fattori economici: difatti, l'IVG farmacologica è rimborsata con una quantità inferiore di fondi per via del minor costo. Le risorse risparmiate dal SSN potrebbero essere così destinate ad investimenti sui consultori e sul personale, le tecnologie e i farmaci di cui dotare tali strutture.


È importante rendere l'aborto una pratica accessibile a tutti, e soprattutto ovunque.

Basta distinzioni. Basta discriminazioni.


FREE è libertà. Libertà di scegliere.

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