di Tom Osborn
"Cosa ci fa una proposta che riguarda la contraccezione in un appello che racchiude alcuni suggerimenti di policy sul tema dell'IVG e sul diritto ad accedere a quest'ultima in modo libero, gratuito e sicuro?" Diverse volte, nel confrontarci con figure terze sul contenuto di FREE, ci è stata posta questa domanda. Eppure, a noi sembrava, e sembra tutt'ora, abbastanza ovvio il motivo per cui colleghiamo il tema del diritto ad abortire anche a quello della contraccezione. Anzi, diremo di più: non ci sembra solo ovvio, ma anche necessario, indispensabile ed estremamente urgente. Difatti, se da una parte chi ci segue avrà notato una nostra insistenza per il raggiungimento di condizioni che rendano la Legge 194, ovvero la legge che sancisce il diritto all'aborto, realmente applicabili ed accessibili in tutto il paese, di pari importanza è a nostro avviso anche il tema della prevenzione, che risulta essere un vero e proprio vulnus della legge.
L'aborto, che come ribadito più volte deve essere praticato nelle maniere meno invasive e meno impattanti possibili per la donna, deve comunque essere considerato come "l'ultima spiaggia" per le coppie che non desiderano avere figli in quella specifica fase della vita. La possibilità di abortire, che deve essere libera e garantita in ogni Regione del nostro paese, rimane comunque una pratica molto permeante che può segnare, sia psicologicamente che fisicamente, le persone coinvolte, ed è quindi importante -e indispensabile- agire preventivamente, in particolare sulle fasce della popolazione giovanile dove pesa maggiormente l'attuale totale mancanza di informazioni da parte dello Stato in termini di sessualità, di offerta di consultori, e di diritti acquisiti. La sessualità in tutte le sue forme, e quindi anche per ciò che riguarda la contraccezione e la rete dei consultori familiari, oltre che per l'aborto stesso, rimane per lo Stato italiano un tabù, un qualcosa da nascondere dal dibattito pubblico per evitare la diffusione di chissà quali "devianze". Una contraccezione consapevole e accessibile è tuttavia un diritto fondamentale per i cittadini e le cittadine, in modo particolare per i più giovani. Tali considerazioni sono rafforzate anche dai dati offertici dalla comunità scientifica: secondo le fonti parlamentari citate nelle poche volte in cui si è trattato questo argomento anche nelle istituzioni (ad esempio lo "Studio nazionale fertilità" promosso dal Ministero della Salute), un ragazzo su tre ha avuto un rapporto completo tra i 16 e i 17 anni di età e, secondo i dati forniti dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia, il 17% delle coppie ricorre alla pratica del coito interrotto, il 4,2% a metodi naturali, il 3,1% ad altri metodi o alla "buona sorte". Inoltre, solo il 14% delle donne sotto i 25 anni usa la pillola anticoncezionale o altri contraccettivi ormonali e solo il 23% dei ragazzi non usa preservativi, rischiando gravdanze indesiderate e non proteggendosi da nessuna malattia sessualmente trasmissibile. Difatti, anche quest'ultimo non è un fattore da sottovalutare: secondo i dati del 2020, l'incidenza più alta dei nuovi casi di HIV si riscontra tra la popolazione giovanile, ovvero nelle fasce d'età 25-29 anni (5,5 casi ogni 100.000 residenti) e 30-39 anni (5,2 nuovi casi ogni 100.000 residenti), e la maggioranza di essi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti da preservativo, che costituiscono l'88,1% di tutte le segnalazioni.
È per questo insieme di motivi che, insieme alla richiesta di introduzione di una vera educazione sessuale ed affettiva nelle scuole, all'ottavo punto dell'appello FREE rimarchiamo l'indispensabilità da parte del legislatore nazionale e delle amministrazioni locali di favorire una maggiore informazione sull'uso e sulla diffusione dei metodi contraccettivi.
In questo senso, potrebbe essere utile abbattere i costi dei contraccettivi, ad oggi ancora troppo cari, rendendoli anche gratuiti per le fasce giovanili e più fragili della popolazione. Già nel 2018 l'On. Giuditta Pini aveva presentato una proposta di legge in materia (PDL n.1664), proponendo la gratuità dei metodi contraccettivi (contraccettivi medici e ormonali o contraccettivi meccanici e di barriera) per le seguenti categorie: a) soggetti con età inferiore a 30 anni; b) soggetti con un valore ISEE equivalente o inferiore ai 25.000 euro; c) soggetti richiedenti o beneficiari di protezione internazionale; d) soggetti affetti da HIV; e) soggetti portatori del Papilloma virus umano; g) donne entro sei mesi dall'interruzione volontaria di gravidanza; h) puerpuere entro i dodici mesi successivi al parto.
Proponiamo perciò di ripresentare questa legge. Prevenire è meglio che curare, anche quando si parla di diritto all'aborto. Bisogna agire.
FREE è libertà. Libertà di agire.
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