di Valentina Ricci
Valentina Ricci per Koinè intervista Clemente Mastella, ex senatore, ex deputato, Ministro del Lavoro nel governo Berlusconi I, Ministro della Giustizia nel Governo Prodi II e oggi sindaco di Benevento. Considerato uno dei politici simbolo del trasformismo della Seconda Repubblica, avendo più volte cambiato schieramento nel corso della sua lunga carriera nelle stanze del potere. Oggi guida il partito di ispirazione centrista "Noi di Centro", e abbiamo voluto fargli qualche domanda a proposito proprio della sua personale campagna elettorale.
Partirei dal posizionamento della sua formazione, che viene definita centrista. Leggendo il programma però emergono punti che sono più affini ad un programma di centrodestra, e punti che invece sembrano essere più vicini ad un programma di centrosinistra. Lei quindi a quale elettorato si rivolge?
Mi rivolgo ad un elettorato di una matrice diversa da quello della banale contrapposizione tra destra e sinistra. Io sono un centrista convinto, e quindi aspiro ad avere preferenze che provengano da un mondo con interessi, valori e ideologie che si senta vicino al centrismo di ispirazione moderata.
In caso di superamento dello sbarramento, e di conferma delle previsioni dei sondaggi, quindi in caso di una vittoria del centrodestra a guida meloniana, lei si sentirebbe di intervenire a favore di quel governo o si sentirebbe più a suo agio in una posizione di opposizione assieme al PD e ai 5S? E glielo chiedo viste anche le ultime dichiarazioni di Crosetto che invitavano anche le opposizioni ad una sorta di “tregua” in vista di un autunno particolarmente complicato per il Paese.
Non faccio scelte di destra o sinistra. Faccio scelte di territorio perché siamo un partito del territorio. Noi vogliamo superare il disinteresse mostrato dai grandi partiti per le problematiche locali, territoriali appunto. Se il governo quindi, qualsiasi esso sia, fa delle proposte serie che vanno incontro al nostro programma voteremo sicuramente sì, in caso contrario voteremo diversamente.
Quindi lei si troverebbe a suo agio sia all’opposizione che al governo?
Certamente. Il centro moderato esiste per questo, e il nostro non aver scelto parentele politiche con nessuno ci permette di poter appoggiare le proposte che vengono sottoposte, a patto che siano in linea col programma. La nostra coscienza appartiene alle necessità delle persone, ed è per loro che lavoriamo.
Cosa pensa dunque della “tregua” proposta da Crosetto?
Io credo che sarà la cruda realtà dei fatti composta da problematiche socio-economiche molto gravi ad imporre questa linea di responsabilità. Dopo l’euforia della vittoria o il rammarico per la sconfitta, bisognerà assolutamente lasciare da parte l’ostruzionismo in nome del bene del Paese.
Vorrei ora passare ad analizzare l’introduzione del programma, dove parlando di valori, fate riferimento a quelli cristiani. Le volevo chiedere come si schiera sul tema fondamentale dei diritti civili (adozione omogenitoriale, matrimoni paritari), considerando anche l’agenda europea dei diritti che preme sull’Italia.
Guardi io ho due figli miei e ho adottato una bambina, perciò sono favorevole alle adozioni, perché ritengo che dove ci sia amore vadano inseriti i bambini. Meglio una casa che un orfanotrofio, anche una casa dove c’è un amore considerato improprio da qualcuno.
Per quanto riguarda invece l’invio di armi in Ucraina, lei come giudica il dibattito iniziato dal Papa che ha condannato la pratica in quanto alimenta una guerra. Sempre facendo riferimento ai valori cristiani del vostro programma, lei cosa ne pensa?
Io credo che non sia giusto accettare passivamente violenze da parte di uno Stato più forte su uno Stato più debole. Abbiamo notizie di crimini indicibili perpetrati dall’esercito russo con esecuzioni, stupri e deportazioni, ritengo quindi che sia nostro dovere aiutare l’Ucraina in quella che è una guerra di difesa. E la difesa è un precetto cristiano io credo. Io mi auguro che si trovi presto una soluzione pacifica, ma in caso contrario qualcosa di concreto bisogna pur farlo.
Passando alle politiche per il Mezzogiorno il vostro programma mette in luce il forte spopolamento, soprattutto da parte di giovani (più di un milione), lei a quali misure aveva pensato per porre un freno all’esodo?
Vi è una differenza abissale tra Nord e Sud, e nel porre rimedio al problema mi auguro che ci venga in aiuto il PNRR anche se ora il tutto risulta un po’ bloccato. Francamente mi preoccupo quando sento la Meloni parlare di “ritrattazione” degli accordi, perché con la crisi e l’inflazione è impossibile perdere altro tempo. Bisogna sfruttare questi fondi che ci ha messo a disposizione l’Europa per favorire il salvataggio e lo sviluppo del tessuto industriale e soprattutto il potenziamento del settore pubblico e dei servizi. Sprecare questa occasione metterebbe a serio rischio una ripresa.
E per quanto riguarda invece l’abbandono scolastico?
Ma guardi, lo toccano le forze politiche che fino ad oggi non hanno fatto nulla per porre rimedio al disastro. Ad oggi non siamo nemmeno in grado di quantificare il danno enorme con cui ci troviamo a dover fare i conti. Occorre che si faccia uno sforzo univoco per poter frenare e poi invertire la tendenza, facendo sì che l’Italia sia un paese che garantisce e tutela l’accesso alla scuola e alla cultura.
Per quanto riguarda l’ambiente invece, voi vi schierate apertamente a favore del Green Deal europeo, volevo perciò chiederle se lei vede nella recessione un freno alle politiche ambientali o un’opportunità per investire in energia pulita
Avrebbe già dovuto essere fatto, l’Italia è molto indietro da questo punto di vista rispetto agli altri paesi europei. Dalle mie parti, a Benevento si è ad esempio investito molto sull’eolico che io considero un’energia pulita, e il Sud può essere il territorio in cui sfruttare di più questo potenziale ambientale. Potenziale che poi farebbe ricadere i suoi benefici su tutta l’economia del Mezzogiorno e non solo.
La situazione caotica a cui andiamo incontro pensa quindi possa essere d’ostacolo al raggiungimento dei punti del Green Deal?
Non possiamo certo tornare al paleolitico. Bisogna proteggere le filiere produttive e assicurarne l’accesso all’energia, tenendo però d’occhio il futuro che deve essere plasmato per essere migliore del presente, soprattutto per quanto riguarda la produzione dell’energia. Abbiamo la possibilità di costruire un mondo migliore anche dal punto di vista ambientale, scongiurando catastrofi climatiche che sono ormai incombenti.
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