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Writer's pictureKoinè Journal

"Siamo conservatori e patrioti" Furio Jesi e la mitologia della Destra


di Andrea di Carlo.


L’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato e di Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera sono l’esito inevitabile di una maggioranza post-fascista. Fatte queste necessarie promesse, riepiloghiamo ciò che il neopresidente di Montecitorio ha detto. Fontana ha ribadito che il Papa rappresenta la guida morale del Belpaese, ha detto basta all’omologazione e poi (in una contorsione argomentativa tipica dell’Azzeccagarbugli di manzoniana memoria) ha affermato che ciò che caratterizza l’Italia è la diversità e non il pensiero unico tipico del totalitarismo. Non so se Hannah Arendt sarebbe stata contenta di essere stata menzionata proprio da colui che odia la diversità e l’impegno per una società migliore. Il discorso della terza carica dello Stato sarebbe stato di grande interesse per uno dei più importanti studiosi delle ideologie di destra del Novecento, Furio Jesi (1941-1980). Il merito di Jesi è stato il proprio quello di descrivere in modo succinto il pensiero di destra investigandone la sua fenomenologia e, soprattutto, la sua mitologia.


La “macchina mitologica” conservatrice

La discussione sociologica e filosofica di Jesi muove proprio dell’idea del mito, cioè le storie che descrivono la nascita dell’umanità. Una comunità, per poter esistere, ha bisogno di radici comuni e di una narrazione che dia autorevolezza a questo vivere comune. La concezione del mito di Jesi è opposta a quella di Malinowski. Jesi è dell’opinione che la mitologia attuale non rappresenti precipuamente una storia comune, ma è qualcosa di tecnicizzato. È qualcosa che può essere manipolato e riutilizzato alla bisogna, è qualcosa che compie un “ampliamento della coscienza” (Jesi 1980). In altre parole, il mito è ciò che serve alla destra per la sua propaganda. Ecco la macchina mitologica: essa raccoglie tutte le componenti intellettuali che riescono a comunicare una certa idea, a far prevalere una certa mentalità. È un contenitore vuoto che assolve diverse funzioni a seconda del contesto (cf. Jesi 1980). Il discorso di Fontana è una spia di questa modalità di propaganda: l’onnipresente riferimento al Papa, la condanna del “pensiero unico" e la rivendicazione della diversità: tutte parole apparentemente vuote e prive di senso, ma funzionali. Chi ascoltasse il presidente della Camera per la prima volta riterrebbe questo discorso conservatore ma paradossalmente progressista. Una retorica “mitologica” buona per ogni occasione in quanto flessibile.


Cultura di destra: una pappa utile

Icastica è la definizione della cultura di destra da parte di Jesi: essa sarebbe una “pappa omogenizzata che si può modellare e mantenere in forma nel modo più utile” (Jesi 2011: 271). Siamo bombardati quasi quotidianamente dall’idea che la patria è in pericolo, il pensiero unico ci sta omologando (!!!) i nostri figli sono in pericolo e indottrinati, immigrati non qualificati ci stanno invadendo etc. Sono solo alcuni dei topoi preferiti della destra, ma funzionano. Si tratta di parole spendibili immediatamente, che fanno presa sull’elettorato oppure sui vari teorici del complotto. Dei sempreverdi retorici che la macchina mitologica della destra sa sfruttare nel modo migliore. Di Cesare (2021: 73) definisce a ragione la mentalità di destra una “vocazione totalitaria”. Nella pappa è sempre possibile individuare un elemento comune, ossia quello di porsi come pensiero dominante. Invocando dubbi artifici retorici e angosce esistenziali come Soros le ONG, gli immigrati oppure i giudici politicizzati che inquinano la “nostra Italia” si ottiene sempre lo stesso risultato, cieca fiducia al demagogo di turno e ai suoi slogan sempre funzionali. Pappa per tutti nell’Italia di Meloni!



Necrofilia della destra

No, non è una provocazione. La macchina mitologica della destra è necrofila, c’è quasi un attaccamento alla sofferenza e alla morte. Ernst Jünger, una delle figure letterarie dalla Rivoluzione Conservatrice tedesca, scrive dei veri e propri peana mortiferi. Lo scrittore scrive che “la guerra è nostra madre” (cf. Jünger 2014: 28). La guerra, nelle mani di Jünger, non è morte, ma paradossalmente madre, la creatrice di un nuovo ordine in cui la vita non ha alcun valore. Nota Jesi che l’invocazione alla morte contraddistingue le guardie franchiste, arrivando a parlare di una “frenesia ”nell’accettazione del dolore per il bene della patria (Jesi 2011: 52). Un simile atteggiamento emerge anche in Mircea Eliade, il mitologo romeno sostenitore delle Guardie di Ferro (un gruppo di estrema destra romeno), alle quali attribuisce il ruolo di salvare e rinnovare la stirpe dalle invasioni di ebrei e stranieri (cf. Jesi 2011: 56). L’Olocausto è il culmine di questa tendenza, di cui gli Ebrei ne faranno purtroppo le spese.


La destra e l’antisemitismo

Storicamente, la cultura cristiana (sia essa protestante, ortodossa o cattolica romana) non ha mai accettato la cultura ebraica, anzi l’ha sempre osteggiata in qualunque modo possibile. Il medioevo e la prima età moderna sono forieri di leggende e teorie cospirazioniste antisemite, come l’omicidio rituale, la purezza del sangue, gli Ebrei che si nutrirebbero del sangue dei bambini cristiani. Note sono le posizioni di Lutero contro gli Ebrei che avevano rifiutato il messaggio del Vangelo oppure la stessa Chiesa cattolica romana che non ha espunto dalla liturgia pasquale la preghiera contro gli Ebrei uccisori di Cristo fino al Secondo Concilio Vaticano. L’antisemitismo descritto da Jesi (lui stesso ebreo) non è quello intellettuale della Riforma e della Controriforma, ma è vicino alla descrizione che Foucault fa della corruzione della specie a partire dal XIX secolo (cf. Jesi 2007). È proprio l’Ottocento che inventa l’immagine dell’Ebreo corrotto e debosciato e, come fa alludere Bram Stoker in Dracula (1897), omosessuale (cf. Foucault 1976: 56-57). Le teorie del complotto contemporanee sono pervase dall’antisemitismo: QAnon, la riproposizione dell’omicidio rituale compiuto da una cabala (la mistica ebraica) di globalisti (nome in codice per gli Ebrei, cf. Wu Ming 1 2021: 39). Il mirino preferito dell’estrema destra mondiale, George Soros (anche lui di origine ebraica) starebbe finanziando le OMG per favorire l’immigrazione e, legato a questo, la tristemente nota teoria del “genocidio bianco”. Ancora una volta gli Ebrei sarebbero mettendo in atto dei piani di sostituzione della popolazione bianca grazie all’immigrazione e l’integrazione oppure attraverso l’aborto o qualsiasi forma di contraccezione. L’estrema destra si è inventata una nuova macchina mitologica antisemita, dove gli Ebrei minacciano il mondo con l’immigrazione, l’aborto, la contraccezione oppure le OMG.


Coda: l’importanza di Furio Jesi oggi

Furio Jesi, morto troppo giovane, avrebbe avuto di chi scrivere di Meloni e del suo governo. Il discorso di Lorenzo Fontana, avrebbe concluso lo studioso torinese, rappresenta appieno l’ideologia della destra. Una pappa omogeneizzata in cui appaiono poche parole chiave, per esempio il magistero morale del papa, la sua crociata contro la cospirazione del ‘gender’ oppure la sua lotta contro l’aborto. Ecco la nuova macchina mitologica della destra del 2022: patria, famiglia, Cristianesimo, immigrazione. Sono parole che, di per sé, non dicono niente ma, in mano alla destra, diventata pappa, sono sempre buone per ammansire o irretire un elettorato che ha preferito affidarsi a un partito post-fascista.






Bibliografia

-Di Cesare, Donatella (2021) Il complotto al potere. Torino: Einaudi.

-Foucault, Michel (1976) La volonté de savoir. Paris: Gallimard.

-Jünger, Ernst (2014) La battaglia come esperienza interiore. Prato: Piano B.

-Jesi, Furio (1980) Mito. Milano: Oscar Mondadori.

-Jesi, Furio (2007) L’accusa del sangue. La macchina mitologica antisemita. Torino: Bollati Boringhieri.

-Jesi, Furio (2011) Cultura di destra. Con tre inediti e un’intervista. Roma: Nottetempo.

-Wu Ming 1 (2021) La Q di Qomplotto. QAnon e Dintorni. Come le fantasie di complotto difendono il sistema. Roma: Edizioni Alegre.




Image Copyright: Wired Italia

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