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  • Writer's pictureKoinè Journal

5. Maggiore preparazione sull'IVG per gli operatori sanitari


di Tom Osborn


Nel dibattito pubblico, il tema dell'IVG viene spesso affrontato in termini morali, religiosi e politici. Il benessere delle persone coinvolte, inteso sia in termini fisici che in termini psicologici, tende infatti ad essere relegato in secondo piano, e ci si "dimentica", o per meglio dire, si "omette" volontariamente di considerare invece l'aborto per quello che è, ovvero innanzitutto una pratica medico-sanitaria che riguarda la vita di migliaia di persone. Tali binari su cui si incentrano le discussioni riguardanti il diritto all'aborto sono indubbiamente retaggio di impostazioni culturali del passato, di anni in cui, se anche fosse stato concesso di abortire, si sarebbero dovuti comunque attraversare i nove gironi infernali fatti di sofferenza e sensi di colpa, insomma di tutto ciò che avrebbe potuto causare cicatrici a lungo termine che avrebbero costruito l'idea di aborto come "qualcosa di profondamente sbagliato".


Da allora sono stati indubbiamente compiuti innumerevoli passi avanti, ma sono ancora tante

-troppe- le testimonianze di donne che parlano di trattamenti dolorosi, psicologicamente e fisicamente provanti, e del tutto privi di sensibilità e complicità con gli operatori sanitari coinvolti. È l'assenza di empatia nel servizio offerto che più colpisce, sono le parole di chi sostiene di aver ricevuto prestazioni sproporzionatamente più dolorose e invasive per mancanza di sensibilità da parte degli operatori a sconvolgere maggiormente, è l'assenza di tatto -e forse di una preparazione basata su canoni contemporanei- nella pratica medica ciò che ha fatto suonare in noi di FREE il campanello di allarme. Perchè, appunto, tornando al concetto iniziale, l'IVG è una pratica medico-sanitaria e come tale andrebbe trattata: con preparazione, con sensibilità, con la spinta propulsiva nel costruire la massima complicità per la persona coinvolta e nel ricercare pratiche migliori, più sicure, e sempre più attente al benessere fisico e psicologico della donna.


All'interno delle 9 proposte dell'appello FREE, nate dal confronto con esperti del tema, operatrici e associazioni impegnate sul campo, non potevamo quindi non soffermarci anche su questo aspetto per noi così fondamentale, rimarcando con convinzione che, oltre a garantire la possibilità di abortire, lo Stato deve impegnarsi anche a rendere l'esecuzione di esso il più sicuro e meno doloroso possibile. È da tali convinzioni che riteniamo fondamentale partire da una adeguata e più "moderna" formazione degli operatori sanitari, in quanto questa favorirebbe non solo un'esecuzione sicura ed efficace della prestazione medica, ma anche un trattamento più umano della donna coinvolta. L'IVG è infatti spesso una scelta che richiede un considerevole sforzo fisico e psicologico, un percorso -non solo sanitario, ma anche tante volte personale- che deve essere accompagnato da un servizio che non sia solo pubblico, accessibile e sicuro, ma anche il più possibile comprensivo, accogliente e attento alle specificità di ogni persona.


In linea con quanto suggerito anche da "Libera di Abortire", il quinto punto dell'appello di FREE propone quindi di inserire insegnamenti specificatamente incentrati sulle previsioni della Legge 194, sulle pratiche di interruzione volontaria di gravidanza garantite dalla legge, con preparazione sia pratica che teorica, e sulla gestione umana e psicologica della paziente durante il percorso di IVG. Riteniamo tali corsi indispensabili nei percorsi universitari di medicina e chirurgia, di inferimeristica, per operatori sociosanitari, per i medici di medicina generale e soprattutto nelle scuole di specializzazione di ginecologia, ostetricia, medicina d'urgenza e anestesia/rianimazione. Per i medici specializzandi e per i laureandi in psicologia, potrebbe inoltre essere previsto un percorso di tirocinio all'interno di consultori familiari territoriali, in modo da far vivere in prima persona la realtà di tali servizi e di favorire un legame maggiore tra il (futuro) personale sanitario di ospedali e consultori.


Infine, è auspicabile offrire corsi di aggiornamento anche per medici e professionisti sanitari già in carriera, soprattutto per coloro che hanno la possibilità di rilasciare certificazioni per accedere all'IVG, come ad esempio i medici di medicina generale.


È il momento di rendere l'aborto una pratica sanitaria umana, accessibile e aperta a tutti. Non può più essere un calvario fisico e psicologico. Non può più essere uno stigma.


FREE è libertà. Libertà di scegliere.



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