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Writer's pictureKoinè Journal

Captagon: the Syrian apocalypse


di Lorenzo Ruffi.


Questo articolo, per venire incontro anche ai nostri lettori anglofoni, è stato redatto sia in lingua italiana che inglese. Troverete la versione in inglese immediatamente al di sotto di quella italiana. Buona lettura.


Versione italiana

La inaspettata e controversa riammissione del regime siriano guidato dal dittatore Bashar al-Assad nella Lega Araba a maggio 2023 ha colto di sorpresa la maggior parte degli analisti e studiosi che si occupano di relazioni internazionali del Medio Oriente. Il presidente siriano ha fatto un ritorno trionfale dopo più di un decennio di isolamento politico ed economico, dovuto all’espulsione del suo paese dalla sopracitata organizzazione a causa della repressione spietata e brutale portata avanti dalle forze di sicurezza per reprimere le proteste antiregime emerse durante la rivoluzione del 2011. Per quasi dodici anni, Damasco è stata completamente confinata ai margini del sistema politico ed economico della regione, facendo affidamento esclusivamente sul supporto offerto da Russia e Iran, insieme al vitale sostegno militare fornito dalla rete delle varie milizie sostenute da Teheran in tutta la regione. Il vertice a Jedda del 19 maggio 2023 ha garantito al governo la riammissione nella Lega Araba; tuttavia, un'aura di mistero circonda ancora questo evento. La resilienza e la capacità di sopravvivenza dimostrate dal regime hanno ovviamente svolto un ruolo cruciale nel convincere i leader arabi a ristabilire i rapporti con Damasco; tuttavia, un altro fattore apparentemente impercettibile potrebbe essere stato determinante in questa vicenda, ovvero il contrabbando di captagon e le sue con seguenze

 

Pills and Jihad 

Il Captagon è una potente metanfetamina ampiamente diffusa in Nord Africa e Medio Oriente. Questa droga fornisce immediatamente una sensazione di estasi e onnipotenza, ma gli effetti a lungo termine sono catastrofici, portando lentamente il consumatore alla morte cerebrale. Tale metamfetamina ha inizialmente cominciato a essere utilizzata durante la guerra civile siriana, quando il suo consumo è stato ampiamente documentato tra i soldati dell'ISIS. A causa della sua capacità di migliorare le capacità fisiche umane, oltre a fornire una sensazione di invincibilità, la metanfetamina è diventata un alleato cruciale per il Califfato Nero, la cui campagna militare tra il 2014 e il 2016 ha traumatizzato il mondo intero per la sua rapidità e crudeltà. Secondo recenti indagini, tali pasticche sarebbero state assunte anche dai combattenti di Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre 2023, culminati nel massacro di 1200 persone nelle zone adiacenti alla Striscia di Gaza. 


La Siria è considerata l'epicentro della produzione di Captagon, mentre la famiglia Assad e i suoi alleati sono i risoluti sostenitori del suo contrabbando in tutto il Medio Oriente e nella regione del Golfo. Il commercio della metanfetamina ha fornito ingenti finanziamenti nel corso di un periodo caratterizzato da instabilità economica strutturale dovuta alla crisi scatenata dalla guerra civile, la quale ha compromesso le fonti di reddito canoniche e legali, e dalle soffocanti sanzioni economiche imposte dalle potenze occidentali e dalle Nazioni Unite; inoltre, ha garantito al regime la possibilità di ricattare gli altri partner regionali per ottenere concessioni politiche e supporto economico. Maher al-Assad, fratello minore di Bashar, si è rivelato essere l'elemento chiave al centro della macchina del contrabbando di captagon siriana. Alla guida della Quarta Divisione Corazzata, un'unità d'élite dell'esercito incaricata di proteggere il governo dalle minacce interne ed esterne, Maher ha giocato un ruolo centrale nell'organizzare il traffico di droga. Sfruttando il caos e il disordine economico generato dalla guerra civile che ha dilaniato il paese, i fratelli Assad e i loro associati hanno iniziato a produrre, e conseguentemente a contrabbandare, le pasticche attraverso il confine giordano, con l'obiettivo di inondare il mercato adiacente con i loro prodotti. Nel giro di poco tempo, il contrabbando di captagon ha rapidamente raggiunto l'Arabia Saudita, il Libano, il Golfo e l'Iraq, avvelenando le loro società dalle fondamenta. 

Tale commercio, secondo recenti indagini, ammonterebbe a più di cinque miliardi di dollari all'anno, fungendo da fonte di guadagno vitale per il regime siriano, permettendo così alla sua disastrata economia di ricevere una boccata d’aria dopo anni di recessione. 

Copyright: COAR


The political economy of Captagon 

La strategia perseguita dai regni di Arabia Saudita e Giordania per reintegrare la Siria nella Lega Araba potrebbe apparire, a primo impatto, decisamente bizzarra. Riyad e Amman sono state in prima linea nel guidare la coalizione che ha espulso Damasco dalla Lega nell'aprile 2011, armando e finanziando i gruppi ribelli con l'obiettivo dichiarato di rovesciare il governo di Assad; inoltre, insieme a Qatar, Turchia e paesi occidentali, hanno adottato un vasto pacchetto di sanzioni per soffocare la già traballante economia siriana. Dodici anni dopo, gli acerrimi nemici sono improvvisamente diventati alleati, come dimostrato dalla grottesca stretta di mano tra il principe saudita Mohammad Bin Salman e il presidente siriano Bashar al-Assad durante l’utimo vertice della Lega Araba a Jedda. Quale motivo si cela dietro questo inaspettato riavvicinamento? Il Captagon potrebbe essere la risposta.


L'unico modo per far cessare le attività criminali di Damasco è permettergli di riprendere il commercio legale, insieme alla sospensione o all'alleggerimento delle soffocanti sanzioni finora imposte. Il reinserimento del regime di Assad nel campo arabo, tuttavia, ha chiaramente dimostrato quanto sia stato rovinoso l'approccio strategico adottato dagli altri paesi verso Damasco nel corso di questi anni. Dopo il fallimento nel rovesciarlo sfruttando il caos generato dalla guerra civile, i leader arabi sono stati lentamente costretti a ristabilire i rapporti con Assad, il cui paese rimane un attore centrale nella regione. Quando le pasticche di captagon hanno iniziato a invadere i loro mercati, essi sono tornati a sedersi nuovamente al tavolo delle trattative con Damasco per invertire questa tendenza. 


L'accordo negoziato tra Assad e i leader arabi consisterebbe in una sorta di tacito compromesso che ha dato l’opportunità alla Siria di essere reintegrata nel sistema economico e politico della regione, con l'obiettivo dichiarato di frenare il traffico di captagon. Tuttavia, è improbabile che il governo di Assad rinunci alla sua ormai rodata industria della droga, poiché il contrabbando di metanfetamine è diventato una componente intrinseca e insostituibile per la sua prosperità e sopravvivenza. 

Copyright: The Economist


How to deal with a Narco-State? 

Il regime siriano ha dimostrato una capacità camaleontica nel convertire la sua produzione interna in un periodo caratterizzato da severe sanzioni economiche ed isolamento politico, facendo affidamento su attività criminali per mantenersi al potere. Inoltre, la famiglia Assad ha sfruttato il commercio del captagon per ricattare i partner regionali al fine di ottenere il reinserimento del paese devastato dalla guerra nella Lega Araba. La metanfetamina ha difatti fornito a Damasco una leva politica ed economica atipica, attraverso la quale il regime è stato parzialmente reintegrato all’interno del concerto delle potenze regionali. Tuttavia, gli Stati Uniti e l'Unione Europea non hanno accettato la fine dell'isolamento di Damasco: Bruxelles e Washington, infatti, stanno ancora cercando di contrastare il commercio di captagon, imponendo sanzioni contro i principali membri del governo siriano coinvolti nel contrabbando di droga. Nonostante la consistente presenza militare americana nel paese, l'amministrazione statunitense è apparsa poco attrezzata per frenare il commercio di della sostanza poiché sua priorità resta limitare e frenare l'influenza iraniana e combattere i resti di quello che un tempo era l’ISIS. 


Dal momento che il commercio di metanfetamine è diventato una fonte economica vitale, Damasco non ha motivo di interrompere la sua produzione. Tuttavia, Assad resta intrappolato in un pantano politico. Il regime non controlla la totalità del paese, con ampie aree ancora sotto l'autorità dei gruppi ribelli; inoltre, la guerra ha gravemente compromesso le sue capacità di difesa e sicurezza, costringendo Damasco a fare affidamento esclusivamente sul supporto militare e logistico fornito da Russia e Iran; infine, la inaspettata “luna di miele” tra Assad e il resto dei leader arabi potrebbe non durare a lungo. Le tensioni sono ancora nell'aria, e attori come il Qatar e persino l'Arabia Saudita potrebbero sfruttare la debolezza siriana in futuro, realizzando il loro obiettivo a lungo desiderato di rimuoverlo dal potere. 


Avere a che fare con la Siria rimane ancora oggi una questione spinosa. Il paese resta un attore centrale in Medio Oriente, pertanto mantenere un dialogo aperto con Damasco è una priorità essenziale per la maggior parte delle potenze regionali. Sebbene la guerra civile abbia pesantemente minato il controllo di Assad sul paese, il governo è ancora pienamente in sella. Non essendo riusciti a sbarazzarsi del regime baathista, gli altri attori regionali si sono visti costretti a ripristinare le relazioni dopo dodici anni di totale isolamento. Il captagon ha agito come una spada a doppio taglio in questa vicenda: ha permesso alla famiglia Assad di ottenere concessioni politiche e fondi vitali, rafforzando la loro presa sul paese e finanziando la controffensiva militare; d'altro canto, il commercio di metanfetamina ha ulteriormente accentuato la natura cleptocratica del regime siriano, impedendo, inoltre, il pieno ritorno a una forma di economia legale, la quale sarebbe ovviamente meno redditizia di quella criminale. La Siria si è dunque trasformata in un paradiso per spacciatori, contrabbandieri e qualsiasi tipo di attività illegale, mentre il captagon è divenuto l’elemento fondamentale su cui la famiglia Assad e il loro Narco-Stato da tempo fondano il loro potere



English version

The unexpected and controversial reintegration of the Syrian regime led by the longstanding dictator Bashar al-Assad into the Arab League in May 2023 took by surprise most of the analysts and scholars covering the international relations of the Middle East. The Syrian president made a triumphal return after more than a decade of political and economic isolation, due to the ruthless and brutal repression carried out by his security forces to crack down the anti-regime protests flourished during the revolution in 2011. For almost twelve years, Damascus had been completely confined at the margins of the region’s political and economic architecture, relying solely on the steadfast support offered by Russia and Iran, along with the vital military backing provided by the network of various Teheran-backed militias throughout the region. The summit in Jedda on 19 May 2023 ultimately granted the Syrian regime readmission into the Arab fold; nevertheless, an aura of mystery still surrounds this landmark event. The resilience and capacity to survive showed by the regime had obviously played a crucial role in convincing the Arab leaders to mend fences with Damascus; however, another subtle and undetectable factor might had been a game-changer in this story, namely the captagon trade and its consequences. 


Pills and Jihad 

Captagon is a powerful and highly addictive methamphetamine predominantly diffused throughout North Africa and the Middle East. This drug immediately provides a sensation of ecstasy and almightiness, but the long-term effects are catastrophic, slowly leading the consumer to brain-death. Captagon initially took the stage during the Syrian civil war, when its widespread consume had been documented among ISIS soldiers. Because of its capacity to enhance human physical capabilities, besides providing a sensation of invincibility, the methamphetamine became a crucial ally for the Black Caliphate, whose military campaign between 2014 and 2016 traumatized the entire world due to its steadfastness, rapidity, and cruelty. According to recent investigations, these pills had also been assumed by Hamas fighters throughout the attacks on 7 October 2023, culminating in the slaughter of 1200 people in the area nearby the Gaza Strip.  


Syria is deemed to be the epicenter of captagon production, whereas the Assad family and their allies the resolute champions of its smuggling throughout the Middle East and the Gulf region. The methamphetamines trade has provided the government with lifesaving financings, during a period characterized by structural economic instability due to the ongoing civil war, which has been disrupting the licit revenues, and by stifling economic sanctions imposed by Western Powers and the United Nations; moreover, it has granted the regime with an unusual leverage through which blackmailing the other regional partners to obtain political concessions and economic support. 


Maher al-Assad, Bashar’s younger and merciless brother, turned out to be the key element at the core of the Syrian captagon smuggling-machine. At the head of the Fourth Armoured Division, an elite army unit tasked with protecting the government from internal and external threats, Maher played a pivot role in setting up the drugs trafficking. Exploiting the chaos and the economic disarrangement generated by the civil war which torn the country apart, the Assad brothers and their henchmen started to manufacture and then smuggle the pills through the Jordanian borders, with the aim of flooding the adjacent market with their products. Immediately afterwards, the captagon trafficking rapidly reached Saudi Arabia, Lebanon, the Gulf, and Iraq, poisoning their societies from the ground up. The captagon trade, according to recent investigations, would account more than five billion dollars annually, serving as a lifesaving source of earning for the rotten Syrian regime and its moldy economy.

Image Copyright: COAR


The political economy of Captagon 

It might be surprising ascertaining the strategic calculations hidden behind the effort pursued by the kingdoms of Saudi Arabia and Jordan in reintegrating the hermit Syrian regime into the Arab fold. Riyad and Amman used to be at the forefront of the alliance that pushed Damascus out of the Arab League in April 2011, besides arming and financing rebel groups with the declared aim of toppling down the Assad government; moreover, along with Qatar, Turkey, and the Western countries, they adopted an extensive package of sanctions to choke the already tottering Syrian economy. Twelve years later, the archenemies suddenly became bedfellows, as proved by the bizarre handshaking between the Saudi prince Mohammad Bin Salman and the Syrian president Bashar al-Assad during the most recent Arab League Summit in Jedda. What is the fundamental reason laying behind this startling rapprochement? Captagon might be the answer. 


The only way to wean Damascus off its criminal activities is allow the regime to resume its previous legal trade, along with suspending or unburdening it with the stiff sanctions hitherto imposed. The Assad regime reintegration into the Arab fold, however, clearly demonstrated how ruinous the strategic approach adopted by the Arab countries towards Damascus had been throughout these years. After the failure in overturning the regime exploiting the chaos generated by the civil war, the Arab leaders were slowly forced to mend fences with Assad, whose country remains a central actor in the region. When captagon pills started to invade their markets, the regional rulers finally took the decision to resume the dialogue with Damascus.  


The bargain negotiated between Assad and the Arab leaders consisted in a sort of tacit accord which enabled Syria to be reintegrated into the legal economic and political system of the region, with the declared aim of curbing the captagon trafficking. Nevertheless, the Assad government is unlikely to give up its drugs industry since the methamphetamines smuggling has become an irreplaceable gear for its prosperity and survival. 

Image Copyright: The Economist


How to deal with a Narco-State? 

The Syrian regime has demonstrated a chameleonic ability in converting its domestic production throughout a period marked by severe economic sanctions, fierce political isolation, and widespread destructions, leaning on criminal activities to keep itself in power. Furthermore, the Assad family took advantage of the captagon’s trade blackmailing the regional partners to obtain the reintegration of the war-torn country into the Arab fold. The methamphetamine provided Damascus with an atypical political and economic leverage, through which the regime has gathered the long-desired ambition to be restored into the choir of the Arab powers. However, the US and the European Union did not accept the end of Damascus isolation: Brussels and Washington, indeed, are still trying to tackle the captagon trade, imposing burdensome sanctions against the leading members of the Syrian government involved in drugs smuggling. Despite the bulky American military presence in the country, the US administration appeared ill-equipped in curbing the captagon trade, because its priority lies in jeopardizing the Iranian influence and in fighting the leftovers of what we used to call ISIS.  


Since the methamphetamine trade has become a lifesaving economic source, beside the fact that it has allowed the regime to be reinserted into the regional system, Damascus has no reason to cut off its production. Nevertheless, the Assad reign is stuck in a political quagmire. The regime does not control the totality of the country, with extensive areas still under the authority of the rebel groups; moreover, the war has severely flawed its defense and security capabilities, forcing Damascus to rely solely on the military and logistic support provided by Russia and Iran; lastly, the unexpected 

honeymoon between Assad and the rest of the Arab leaders may not last long. Tensions are still in the air, and actors such as Qatar and even Saudi Arabia might take advantage of the Syrian weakness in the future, achieving their long-desired goal of removing from power the ophthalmologist converted into ruthless tyrant. 


Dealing with Syria is nowadays a thorny and troublesome task. The country remains a pivotal actor in the Middle East, therefore maintaining an open dialogue with Damascus is an essential priority for most of the regional powers. Although the civil war heavily undermined the Assad grip on the country, the government is still on the saddle. As a matter of fact, the Arab powers failed in getting rid of the ba’athist regime, thus they were forced to resume the relations after twelve years of total isolation. Captagon played as a double-edged sword in this affair: it allowed the Assad family to obtain political concessions and lifesaving founds, granting its grip on power and financing its military counter-offensive; on the other hand, the methamphetamine trade further boosted the kleptocratic nature of the Syrian regime, besides threatening the return into a legal form of economy, which would be less lucrative than the criminal one. Syria has volved into a protected haven for drug dealers, smugglers, and any sort of illegal activities, whereas methamphetamine has become the fundamental pillar the Assad family members and their Narco-State cozily rely on. 




Image Copyright: Gokhan Sahin / Getty Images


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