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  • Writer's pictureKoinè Journal

Processo alla stuprata o allo stupro?


di Irene Polimeni.


Un interrogatorio definito da alcuni come "da medioevo" ha scosso l’andamento del processo contro Ciro Grillo e i suoi tre amici genovesi, accusati di stupro nell’estate 2019. L'avvocato della giovane italo-norvegese ha sollevato le critiche riguardo alle domande ritenute inappropriate poste durante il processo, tenutosi il 13 del mese corrente a Tempio Pausania, in Sardegna, suscitando un acceso dibattito. Antonella Cuccureddu, legale di uno degli imputati, è al centro delle polemiche per le domande dal forte impatto emotivo: "Perché non si è divincolata?", "Perché non ha reagito con i denti durante il rapporto orale?", "Come le sono stati tolti gli slip?". Queste interrogazioni hanno innescato la polemica giornalistica e la contestazione dei movimenti femministi e delle associazioni antiviolenza. Se per qualche osservatore indifferente, le domande si riducono ad atti legittimi per accertare un fatto di natura evidentemente sessuale, per gran parte degli spettatori le modalità inquisitoriali e la natura delle domande rivolte alla vittima di stupro, sembrano inaccettabilmente scioccanti. Dopo un interrogatorio durato cinque ore, la giovane di 23 anni si è mostrata visibilmente provata. L'avvocato Cuccureddu ha risposto duramente alle accuse, dichiarando di voler denunciare l'attacco subito sui social e sui giornali, difendendo la legittimità giuridica delle sue azioni. A supportarle, sarebbero state le contraddizioni che la giovane aveva fornito nelle sue versioni precedenti di fronte ai carabinieri e ai Pm.

 

Se l'avvocatessa dimostra una solida conoscenza delle norme di procedura penale, è sorprendente (ma non poi così tanto) la mancanza di sensibilità nei confronti degli effetti psicologici della violenza sulle vittime. La disinformazione culturale si scontra con la realtà dei traumi psicologici che molte vittime vivono, cercando di evitare il ricordo dell'evento traumatico. La storia sembra ripetersi, riportandoci al 1979 e al documentario "Processo per stupro" trasmesso dalla Rai, che rivelò la violenza degli avvocati difensori nei confronti delle donne attraverso interrogatori altrettanto violenti.

 

In un contesto sociale dove la violenza di genere è al centro del dibattito, le domande troppo intime e inquisitoriali sembrano fuori luogo. L’eco mediatico del processo, tuttavia, sembra non aver toccato la politica, stranamente, la cui replica è stata quella di un unanime silenzio sulla vicenda. Anche se in Parlamento, con gran fanfara meloniana, si emana una legge per le donne vittime di violenza, questo episodio non fa notizia del giorno fra i politici, fin troppo impegnati in uno scontro di battute tra superbonus, patto di stabilità e profezie sulla fine del governo, per carità, tutti argomenti legittimi, è bene non fraintendere. Stona però il silenzio su questa vicenda in particolare, soprattutto a poche settimane dalla tragedia di Giulia Cecchettin che sembrava (purtroppo sembrava) aver scosso un Paese, e con esso anche il mondo politico. Anche le voci che si sono maggiormente premurate di fare battaglia culturale contro la violenza di genere, prima fra tutte Elly Schlein che si è autoincoronata paladina della battaglia (una nota di merito, ci mancherebbe) non si sono ancora espresse su questo argomento.


Forse perché non fa scalpore che gli abusi psicologici sulle donne entrino persino nei tribunali, o forse perché è più importante salvare il campo largo in vista delle europee e non si possono dunque disturbare troppo i pentastellati. Fatto sta che quello che emerge da questa ennesima triste vicenda è un silenzio assordante da parte del mondo politico, in particolare da parte di tutti coloro che avevano preso in mano la bandiera del femminismo non più tardi di qualche settimana fa, ma che oggi si nascondono dietro ad un dito, facendo però la solita figuraccia.


In un periodo in cui la violenza di genere richiede un cambiamento culturale, bisognerebbe non relegare a problemi di secondo livello episodi del genere, sottovalutati forse per troppo tempo, e ancor più forse sarebbe opportuno dimostrare coerenza, perché se da destra non ci si aspettava poi granchè, da sinistra sicuramente qualche parola in più sarebbe stata gradita.







Image Copyright: ANSA

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