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  • Writer's pictureKoinè Journal

Quindi siamo i buoni o no?


di Luca Simone.


C’è una crisi di governo in atto, proprio in queste ore, che sembra destinata a portare alla fine anticipata del “governo dei migliori”, ma ho deciso deliberatamente di non occuparmi della cosa. Non che non mi preoccupi una eventuale vittoria di Giorgia Meloni, ma sono abbastanza convinto che la manovra di “evasione” dei pentastellati di Di Maio e la creazione di un forte fronte centrista sia un potenziale antidoto alla marcia su Rom… ehm alla vittoria di FDI. Siamo dunque in mano a Di Maio nel prossimo futuro, visto che deciderà il prossimo Premier, come i socialisti della Prima Repubblica. Vuoi per rassegnazione, o vuoi per un interesse più che scarso verso le vicende politiche guidate dai ripensamenti dei grillini, ho deciso di occuparmi in questo ultimo editoriale della stagione (ma ci rivediamo a settembre) di una vicenda particolare che mi ha “costretto” ad espormi per dire la mia. Mi riferisco all’adesione, ormai ratificata, di Svezia e Finlandia alla NATO.


Il 28 giugno scorso è avvenuta a Madrid la firma del Memorandum Trilaterale tra Finlandia, Svezia e Turchia, alla presenza soddisfatta del segretario NATO Stoltenberg. Si tratta di un accordo che scioglie dopo infinite trattative le ultime riserve della Turchia sull’entrata dei due paesi nell’Alleanza. Va ricordato infatti che l’adesione va ratificata all’unanimità dopo un invito da parte di tutti gli Stati membri, la Turchia dunque, che possiede peraltro la quinta forza armata in ordine di importanza, aveva una carta particolarmente importante da giocarsi. E lo ha fatto. Erdogan è stato infatti capace di ottenere in maniera più che machiavellica, bravo lui, tutto ciò che desiderava, minacciando il veto ad un’operazione considerata indispensabile dagli alti vertici militari atlantici, in virtù di quell’allargamento ad Est che rafforzerebbe la pressione su Putin e il confine nordorientale europeo. Ma che cosa ha chiesto in cambio il buon Recep Tayyip, visto che non si muove neppure da Ankara senza farsi pagare? Ha chiesto su un piatto d’argento i curdi. E noi glieli abbiamo dati.


Svezia e Finlandia sono infatti due dei principali paesi, per via della loro precedente politica di apertura, meta dell’emigrazione curda, copiosa soprattutto negli ultimi anni per via della macelleria messicana che proprio il presidente turco ha messo in atto contro di loro, nella sua crociata (o forse meglio Jihad) volta ad eliminare la loro presenza dalle zone di influenza turche. L’accordo infatti prevede ancora una volta una informale dichiarazione da parte dell’Occidente tutto, che la Turchia può fare quello che le pare contro i curdi, nessuno alzerà un dito, e inoltre i profughi considerati “interessanti” da Ankara verranno estradati da Svezia e Finlandia, e andranno incontro al loro destino senza che nessuno abbia la benchè minima intenzione di protestare. Questo è il quadro della situazione, ovviamente per motivi di spazio molto compresso, perciò vi invito, anche usando i link, a leggere per farvi un’idea.


Ora, è ancora necessaria una captatio benevolentiae, perché chiunque decida di muovere una critica alla NATO di questi tempi viene tacciato di filoputinismo, antiamericanismo, satanismo, colesterolo alto e di essere d’accordo con Cassano. No, tranquilli, non sono d’accordo con Cassano, ci tengo a specificarlo. Però non posso comunque non fare una domanda provocatoria: ma quindi siamo noi i buoni o no? Siamo noi i buoni, che abbiamo preso i nostri ex alleati, o meglio, la carne da cannone che abbiamo utilizzato contro l’Isis, i guerrieri che abbiamo incensato per anni come i liberatori di Raqqa e Kobane, e li abbiamo venduti a quello che era, è e sarà il loro carnefice? Siamo noi i buoni che, lontani dalle telecamere dell’Ucraina, stiamo permettendo che un carnaio simile si verifichi e sia perpetrato da uno dei nostri più stretti alleati (la Turchia) in Rojava? No, no, NO. Non siamo noi i buoni. Ma sinceramente, questo, chiunque abbia un po’ di sale in zucca e non ami parlare per slogan, lo sapeva già e non ne era affatto stupito. Attenzione, questo non è il solito discorso di attacco agli USA, o all’Europa opportunista, questo è un discorso che vuole puntare a far capire che in politica internazionale i buoni non esistono. Non c’è spazio per la bontà e la moralità in questo campo, e chi lo pensa, mi dispiace ma non solo non conosce la Storia o peggio non sa capirla, ma è un illuso. La politica internazionale si fa così. Non a caso, parliamo di Realpolitik di Bismarckiana memoria.


Ogni Stato ha come unico obiettivo non solo la propria sopravvivenza ma il suo interesse, ed è pronto a tutto pur di raggiungerlo. L’interesse di Svezia e Finlandia è quello di entrare nella NATO per ottenere la protezione dell’ombrello atomico e delle forze armate in funzione antirussa, Stoltenberg ha l’occasione ghiottissima di sfruttare la crisi per allargarsi ad est senza che nessuno obietti perché la paura di Putin è troppo forte, e la Turchia ha in mano le carte vincenti per sbarazzarsi dei curdi non solo garantendosi che nessuno intervenga, ma che la aiutino pure consegnandoli i rifugiati politici. Questa signore e signori è la politica internazionale, ed è così da sempre. chi vi racconta favolette su buoni e cattivi, evidentemente non ci ha capito nulla. Non c’è posto per la moralità.


Non sto certamente giustificando questo operato, che io francamente trovo agghiacciante, e non sto nemmeno velatamente cercando di giustificare quello di Putin come qualche simpatico depensante potrebbe supporre. Sto semplicemente cercando di far presente un concetto, che purtroppo in questo periodo viene risucchiato dalla smania di trovare il bianco e il nero. Non esistono. Al massimo esiste il grigio, non a caso il colore associato ai burocrati, quelli che gli Stati li muovono. E ci tengo a ribadire che cercare di comprendere non significa giustificare, in un caso come nell’altro. Detto questo, libertà al popolo Curdo.


Non vi dimenticheremo.


Buona estate. Anche a te Sergio Mattarella.





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