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  • Writer's pictureKoinè Journal

✒️ Speciale #Afghanistan: 2001-2011

Updated: Aug 31, 2021

Per capire le vicende attuali che tormentano l’Afghanistan è necessario riavvolgere il nastro del tempo e riportare le lancette della storia di qualche decennio indietro.

Copyright: Reuters


2001-2011: dall'invasione USA post 9/11 alla cattura di Osama Bin Laden 1. L'attacco alle Torri Gemelle: l'inizio della War on Terror

Negli anni 80 del 1900, Osama Bin Laden, uno dei più grandi terroristi di tutti i tempi, si recò in Afghanistan per collaborare con l’organizzazione dei mujahidin per resistere all’Unione Sovietica. Sotto la guida di al-Zawahiri, Bin Laden assunse posizioni sempre più radicali nei confronti dell’Occidente. Nel 1996 e nel 1998 promulgò due fatwe, con cui intimidiva ai soldati americani di lasciare l’Arabia Saudita, la sua patria, dove erano stanziati anche dopo la fine della guerra del Golfo. Bin Laden fece uso di testi del Corano per esortare i fratelli musulmani ad intraprendere azioni di forza contro gli statunitensi e per invitarli alla jihad, la guerra santa.

Fu così che l’11 settembre 2001 Bin Laden diresse alcuni degli attentati terroristici più impressionanti della loro storia americana: 19 hijackers, 15 dei quali di origine araba, presero il controllo di quattro voli commerciali americani e li schiantarono contro il Word Trade Center a New York e il Pentagono a Washington. Quasi tremila persone persero la vita negli attentati. In un primo momento Bin Laden smentì ogni connessione con gli attentati, ma nel novembre del 2001, giusto due mesi dopo, forze statunitensi ritrovarono un nastro in una casa vicino a Jalalabad, in Afghanistan, nel quale il terrorista arabo si esprimeva:

È divenuto chiaro che l'Occidente in generale e l'America in particolare nutrono un inimmaginabile odio verso l'Islam… è l'odio dei crociati. Il terrorismo contro l'America merita di essere premiato perché è una risposta all'ingiustizia, diretta a costringere l'America a fermare il suo supporto ad Israele, che uccide la nostra gente… Noi sosteniamo che la fine degli Stati Uniti è imminente... perché il risveglio della nazione islamica è giunto

2. Le 60 parole "frettolose" dietro 20 anni di guerra

"That the president is authorized to use all necessary and appropriate force against those nations, organizations, or persons he determines planned, authorized, committed, or aided the terrorist attacks that occurred on september 11,2001, or harbored such organizations or persons, in order to prevent any future acts of international terrorism against the united states by such nations, organizations or persons"

Il 14 settembre 2001, tre giorni dopo gli attentati alle torri gemelle a New York e al pentagono a Washington, la camera statunitense scrisse frettolosamente una legge, l'Authorization for Use of Military Force (AUMF), con cui conferiva al presidente degli Stati Uniti, l’allora George W. Bush, dei poteri straordinari per attaccare i responsabili degli attentati terroristici senza la previa approvazione del congresso, in modo da ridurre i tempi. L’AUMF fu scritta in meno di un giorno da una avvocato con formazione in diritto societario. le 60 esatte parole centrali, altamente vaghe e aperte all’interpretazione, con un nemico ancor bene da identificare, scritte in ore di enorme commozione nazionale e che nessuno pensava di constatare, saranno la base per una guerra che durerà 20 anni. Nella fretta di approvare questa legge, la camera dimentico’ di imporre limiti temporali e geografici, e proprio questo errore sarà un grave pretesto per futuri attacchi a luoghi ed associazioni che nel 2001 non esistevano nemmeno, tra cui gli attacchi in Yemen e Pakistan e i bombardamenti in Libia.

3. La caduta del regime talebano:


Il 7 ottobre 2001 vide l’avvio delle ostilità nel territorio controllato dai talebani. Inizialmente, soltanto gruppi afghani appartenenti all’alleanza del nord invasero il territorio, mentre gli Usa e la Nato si limitavano a fornire armi e supporto aereo e logistico. In un secondo momento, anche le truppe americane e britanniche scesero in campo. Lo scopo dell’invasione era l’annientamento dell’associazione terroristica Al-Qāʿida e l’uccisione del suo leader, Osama bin Laden, tramite il rovesciamento del regime talebano che forniva loro copertura e nelle gare all’organizzazione terroristica la libera circolazione all’interno dell’Afghanistan.

Le basi talebane iniziano presto ad essere debellate una ad una, grazie alla superiorità logistica e militare degli statunitensi, giovata dall’irregolarità e dalla scarsa organizzazione dei talebani. I talebani non erano a possesso di contraerea, ma soltanto di alcuni materiali delle precedenti guerre contro l’Unione sovietica. Una delle prime città a cadere fu Mazar-i Sharif, seguita da Kabul. Qui i talebani furono costretti ad abbandonare la città col favore dell’oscurità, e a raggrupparsi nelle caverne delle montagne di Tora Bora. Con la conquista di Kandahar, tana del Mullah ‘Omar, nonché antica capitale e cuore del regime talebano, termino’ anche la dominazione terroristica nel sud del paese. Dopo Tora Bora, le fonti di intelligence statunitensi si lanciarono in un’offensiva, nota come Operazione Anaconda, contro le forze dei Talebani radicate nelle montagne dello Shahi-Kot. Al termine dell’operazione 400 talebani trincerati in grotte e bunker erano stati uccisi. Il 7 dicembre 2001 il regime dei talebani collasso’ e il suo leader, il Mullah Omar, fu costretto a fuggire dalla città di Kandahar, ritirandosi nella vicina zona montuosa del Pakistan. Anche molti membri di Al-Qāʿida, tra cui il suo leader Bin-Laden, furono costretti a fuggire in Pakistan.

4. Operazione Geronimo:

La ricerca dello "sceicco del terrore" si protrasse per un altro decennio. Era noto che Bin Laden occultasse i propri legami con ogni seguace, facendo ricorso ai cosiddetti corrieri. da alcuni interrogatori emerse che uno dei corrieri più vicini a Bin Laden fosse Al-Kuwayti, la cui posizione fu finalmente localizzata da un’intercettazione nel 2010. I vasti preparativi di intelligence culminarono il 2 maggio 2011 con un blitz di 24 componenti del Navy Seal ed agenti della CIA, i quali concretizzarono nei pressi di Abbottabad, in Pakistan, l’Operation Neptune Spear, nota anche come Operazione Geronimo. Nell’operazione morirono sia Bin Laden sia Al-Kuwayti, con altri membri della famiglia. L’operazione fu approvata da Barack Obama, l’allora presidente degli Stati Uniti d’America e il governo pakistano nego’ ogni complicità con uno dei più pericolosi e ricercati terroristi al mondo dell’epoca, che abitava indisturbato in un lussuoso complesso edilizio in una città distante solo cinquanta kilometri dalla capitale Islamabad, nonché prossimo ad una delle più importanti accademie militari pakistane. Il corpo di Bin Laden venne portato negli stati uniti e alle 23.35 del 2 maggio 2011, il presidente Obama annuncio’ che il responsabile della morte di migliaia di innocenti era stato ucciso.

Iniziava ora una nuova fase, quella di un nuovo Afghanistan libero da talebani e terrorismo. Karzai viene democraticamente eletto presidente dell’Afghanistan con il 55% dei voti, una grande vittoria per un paese che non votava dal 1969. di Purneet Kaur

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